Pmt: solidarietà dei commercianti ai lavoratori-appello
Alcuni esercizi commerciali di Pinerolo hanno spontaneamente deciso di esporre nelle proprie vetrine un cartello in cui si "esprime solidarietà e vicinanza ai lavoratori della Pmt". Riceviamo una lettera-appello di una di loro che invita tutti i suoi colleghi a seguirne l'esempio, motivando il perchè con queste parole:
«Prima di tutto per dire loro che non sono soli e che noi ci siamo e capiamo bene come ci si sente ad essere dei fantasmi senza storia e senza dignità.
Perchè le storie degli operai lasciati a casa senza stipendio e senza ammortizzatori sociali, dopo aver lavorato e versato tasse per una vita, sono uguali alle storie dei nostri colleghi che non ce l'hanno fatta ad andare avanti, schiacciati da spese insostenibili e tasse che sfiorano l'assurdo e non corrispondono più a servizi dignitosi. Le storie nascoste dietro le serrande abbassate con la scritta affittasi.
La loro delusione è uguale a quella provata dai dipendenti dei supermercati, buttati fuori come merce scaduta,
Perchè quelle 180 famiglie venivano da noi a fare la spesa, a farsi acconciare i capelli, a far riparare l'automobile, a prenotare una vacanza, dei fiori o una cena per l'anniversario. Venivano in palestra per tenersi un po' in forma, o a comprare un romanzo per i momenti di relax ed i libri per la scuola dei figli....e molto altro. I loro problemi di oggi sono i nostri problemi di domani, un domani molto vicino.
Perchè allo stesso modo abbiamo creduto nelle parole meravigliose scritte nella nostra Costituzione, che parla di lavoro, di diritti, di uguaglianza e di equità e, con amarezza, l'abbiamo vista calpestare e diventare un libro dei sogni.
Perchè come loro abbiamo paura per il futuro dei nostri figli e le nostre lacrime sono uguali quando, dopo anni di sacrifici per farli studiare, li vediamo depressi e rabbiosi vagare nel vuoto di un lavoro che non c'è, o li accompagnamo all'aeroporto, per poi vederli solo più su skipe.
Ed è uguale la nostra rabbia quando ci fanno pure credere che tutto questo sia una "figata"e lo sarebbe se fosse una scelta e non l'unica opzione.
Perchè la storia ci ha insegnato che quando c'è la ricchezza, ma non è più distribuita equamente e a goderne non è più chi la produce, ma un numero sempre più piccolo di persone, l'economia si ferma inesorabilmente. Ci ha insegnato che quando questo accade succedono cose bruttissime che nessuno di noi vorrebbe più vedere e questo ci spaventa e ci fa vivere nell'angoscia e nell'incertezza.
Mettiamo tutti quel cartello per dire che siamo una cosa sola e che se continueranno a mangiare brioches in faccia a chi non ha più il pane, prima o poi la storia tornerà con le sue leggi e non sarà bello per nessuno.
Noi non vogliamo questo e chiediamo che chi resta senza lavoro non sia un fantasma, ma venga aiutato a reinserirsi per poter tornare utile, qualunque sia il mestiere che ha svolto fino ad un attimo prima di trovarsi per strada».
Manuela Rivoira
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