Pinerolo non può permettersi una crisi al buio

Che in Comune, a Pinerolo, ci sia una situazione di tensione è fuor di dubbio. D'altronde dura da tempo, mica da una o due settimane. Già la stessa scelta del sindaco Covato, tramite le Primarie del marzo 2006, aveva provocato una spaccatura superata solo dopo giorni di tensione ed in vista delle elezioni amministrative di fine maggio 2006 che hanno sancito il successo netto del sindaco Covato, espressione della Margherita (un'aggregazione di centrosinistra moderata con laici e rappresentanti dei Popolari, la vecchia sinistra Dc).
Tensioni e divergenze che si sono ripetute negli anni. L'ultima - settembre 2009 - quando il vice-sindaco, Magda Zanoni, si dimise. «Non sussisteva più il rapporto di fiducia e di collaborazione con il sindaco (…) e le mie dimissioni possono essere un salutare scossone che porta ad un ricompattamento della maggioranza oppure alle elezioni anticipate», disse la Zanoni.
I fatti successivi hanno evidenziato che, pur non avendo fatto ricorso, anticipatamente, alle elezioni, neppure c'è stato un ricompattamento. Ed il clima di fibrillazione, a fasi alterne, si manifesta periodicamente.
Ma mollare proprio oggi sarebbe un errore. L'abbiamo già scritto dieci mesi fa, lo ribadiamo oggi. Pinerolo non può permettersi mesi di commissario prefettizio. Meglio serrare tutti i denti per una serie infinita di considerazioni, non ultima quella che sottolineava Clement, consigliere di Rifondazione comunista ed ex-assessore di Barbero, quando disse chiaramente: «C'è un problema di tenuta sociale della città che sarebbe pericoloso sottovalutare». Ma, aggiunse anche: «Chiediamo maggiore collegialità nelle decisioni, meno annunci e (…) trasparenza nelle vicende urbanistiche». Proprio quella collegialità che oggi manca nella maggioranza ed in Giunta come hanno scritto tre rappresentanti della maggioranza Bordignon, Chiabrando e Magnano, aggiungendo anche, con chiaro riferimento al sindaco Covato «… e senza eccessi di personalismo».
Inutile nascondercelo: le difficoltà nascono anche da atteggiamenti caratteriali.
Quindi? Recuperare - pensiamo sia ancora possibile se tutti ci metteranno buona volontà - lo spirito di collegialità che viene richiesto da più parti. Anche perché ci sono tanti problemi irrisolti a cui in qualche modo, nei prossimi dodici mesi, si dovrà pur dar risposta. Ne citiamo solo alcuni: gli interventi a favore della nuova caserma dei Carabinieri, la possibilità di nuovi interventi a favore di chi ha difficoltà economiche, il futuro incerto della Scuola universitaria, il rilancio della Ztl dopo le tante critiche mosse da chi opera nel centro storico, la riorganizzazione degli Uffici comunali, l'indicazione di una o più aree per parcheggi pubblici, sopra e sotto terra, dopo tanti inutili "spot", il futuro della Scuola di equitazione (fa tremare i polsi pensando ai costi di gestione), la destinazione che prima o poi occorrerà definire per l'ex-caserma Bochard, altrimenti cadrà a pezzi.
A questo punto non servono i proclami, la demagogia, il protagonismo. Meglio rimettersi attorno ad un tavolo, con un po' di umiltà, se davvero Pinerolo ci sta a cuore.
Poi è logico che ognuno, al momento delle candidature a sindaco, giocherà come meglio crede. È un suo diritto.

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Paola Molino